COME SCIVOLARE ATTRAVERSO I COLPI E LE SFERZATE DEL DESTINO E
GESTIRE A NOSTRO PIACIMENTO LE CIRCOSTANZE CHE SPESSO TURBANO IL NOSTRO
EQUILIBRIO.
Il Transurfing è un
modo di scegliere il proprio destino esattamente come si fa con una merce al
supermercato.
Spesso alle persone non va proprio a genio di affrontare con
gioia i grigiori della realtà.
L’uomo non arriva a
comprendere perché debba costringere se stesso a perdonare coloro che odia e
amare coloro verso cui prova indifferenza.
L’uomo viene posto di
fronte al fatto che innanzitutto, egli è un coacervo di difetti e vizi su cui
occorre lavorare alacremente. Un quadro sconfortante da cui risulta che se
l’uomo non ha avuto subito la fortuna di nascere ricco e fortunato, allora ha
solo due prospettive: o portare la sua croce con rassegnazione, o dedicare la
sua vita alla lotta.
Nel profondo
dell’anima si fa fatica a provare gioia per queste alternative di vita. Per
fortuna una via d’uscita c’è: il Transurfing.
Se abbiamo deciso per
noi stessi che il destino è qualcosa di predeterminato che non siamo in grado
di cambiare, andrà sicuramente così. In questo caso ci mettiamo volontariamente
in mani altrui, non importa di chi, e diventiamo una nave che naviga secondo
l’arbitrio delle onde.
Se invece riteniamo di
essere creatori del nostro destino, allora ci assumeremo coscientemente la
responsabilità di ciò che avviene nella nostra vita. Lottiamo con le onde nel
tentativo di governare la nostra nave.
Ma osserviamo bene
quello che succede: la nostra scelta si realizza sempre. Otterremo sempre
quello che scegliamo. L a natura del mondo è una, ma manifesta costantemente
volti diversi. “La molteplicità di varianti del nostro mondo è la sua proprietà
prima e fondamentale”.
Il destino dell’uomo è
raffigurato da una pluralità di varianti. Teoricamente non esiste nessun tipo
di limitazione agli scenari e alle decorazioni dell’esistenza umana, giacchè lo
spazio delle varianti è infinito.
Qualunque avvenimento
di minima importanza può influire sul decorso del destino. La vita dell’uomo,
come un qualsiasi altro moto di materia, si presenta come una concatenazione di
cause ed effetti.
L’effetto nello spazio
delle varianti si trova sempre vicino alla sua causa. L’uno segue l’altro,
perciò i settori del destino si dispongono in “linee della vita”. Gli scenari e
le decorazioni dei settori su una stessa linea sono più o meno omogenei.
La
vita di un uomo trascorre a ritmo cadenzato lungo una stessa direzione, finchè
non si produce un evento che cambia scenari e decorazioni.
Allora il destino
subisce una svolta e passa su un’altra “linea della vita”. Si può dire che la
realtà si evolve lungo la linea della vita a seconda del punto di partenza prescelto.
Ognuno ottiene ciò che sceglie. Abbiamo il diritto di scegliere proprio perché
l’infinità delle varianti esiste già.
Nessuno ci impedisce
di scegliere il destino che più ci piace. La gestione intera del destino si
riduce ad un unico e semplice atto: “fare una scelta”.
Il Transurfing
risponde alla domanda come fare.
Non si può stare
semplicemente seduti e formare la propria realtà con la sola forza della
contemplazione, sebbene i pensieri influenzino fortemente il destino dell’uomo
al pari delle azioni concrete.
Quando pensiamo a
qualcosa, la frequenza dell’energia dei nostri pensieri è sintonizzata su una
determinata zona nel settore delle varianti.
Quando l’energia
finisce in un settore dello spazio delle varianti, prende origine la
realizzazione materiale della data variante.
L’energia possiede una
struttura complessa e permea tutto ciò che esiste in questo mondo. Passando
attraverso il corpo dell’uomo, l’energia viene modulata dai pensieri e, in
uscita assume i parametri corrispondenti a questi pensieri.
Le circostanze della
vita si formano non solo in seguito ad azioni concrete, ma anche per effetto
del carattere dei pensieri di una persona. Se abbiamo un atteggiamento ostile
nei confronti del mondo, esso ci risponderà allo stesso modo. Se siamo abituati
ad esprimere perennemente insoddisfazione, avremo sempre più motivi per farlo.
Se nei nostri rapporti con la realtà predomina il negativismo, il mondo
sicuramente ci mostrerà i peggiori lati di sé. Al contrario, un atteggiamento
positivo cambierà in meglio la nostra vita nel modo più naturale. L’uomo
ottiene sempre quello che sceglie: questa è la realtà delle cose, ma su una
determinata linea della vita non si può cambiare niente.
E’ pur vero, però, che
il passaggio su una linea della vita secondo le proprie esigenze non avviene
per semplice desiderio. Non tutti i pensieri trovano una realizzazione
materiale, e non tutti i desideri si avverano.
E qui non si tratta
del contenuto dei pensieri ma della loro qualità: un semplice sogno o un
desiderio non significano ancora una scelta. “I sogni non si avverano da soli”.
Secondo il Transurfing
“l’uomo può scegliere la propria fortuna senza bisogno di lottare per
ottenerla”. Si può lottare una vita intera e non raggiungere niente lo stesso.
Non è più semplice
fare in modo che sia il mondo a venirci incontro?
L’energia del pensiero
dei singoli individui si fonde in un unico flusso: “un pendolo energetico”.
Perché un pendolo?
Perché oscilla con frequenza tanto più forte quanto maggiore è il numero degli
individui, “dei sostenitori” che lo nutrono della loro energia. Qualsiasi
essere vivente in grado di emettere energia in una precisa direzione prima o
poi crea un pendolo energetico. Ogni pendolo per sua natura è distruttivo
perché sottrae energia ai suoi membri e li sottomette al proprio potere.
Il
carattere distruttivo del pendolo si manifesta nella sua totale indifferenza al
destino di ogni singolo membro. L’obiettivo del pendolo è solo uno: ricevere
l’energia del membro. Quale possa essere il vantaggio del singolo membro per il
pendolo è irrilevante. Per questo motivo chi si trova a subire la pressione di
un pendolo distruttivo può rovinarsi con estrema facilità l’intera esistenza.
Sfuggirne indenni è di solito molto difficile. Uno dei metodi preferiti dai pendoli
per garantirsi l’accesso alla nostra energia è quello di farci perdere il
controllo. Chi perde l’equilibrio comincia a “vibrare” alla frequenza del
pendolo, contribuendo a farlo oscillare. L’individuo può anche rendersi conto
del fatto che i pensieri e i comportamenti negativi non portano a niente di
buono tuttavia continua a ripetere gli stessi errori per la forza
dell’abitudine.
Le abitudini causano
spesso problemi e obbligano ad agire in modo poco produttivo. Esse creano una
illusione di benessere e l’uomo si appoggia ad esse perché si fida di più delle
situazioni note. Se il desiderio di evitare una determinata circostanza è molto
forte, esiste una forte probabilità che l’indesiderata circostanza si
verifichi. Lottare con tutte le proprie forza contro qualcosa che non vogliamo
equivale ad investire energia affinchè ciò si produca nella nostra vita.
Se ci
lasciamo penetrare dal negativo e cominciamo a cullare questa situazione,
l’evento indesiderato troverà sicuramente il modo di materializzarsi nella
nostra vita. L’unico modo per allontanare dalla propria vita gli eventi
indesiderati è liberarsi dalla pressione del pendolo. Non abbiamo il diritto di
giudicare e di cambiare qualcosa in questo mondo. Bisogna percepire tutte le
manifestazioni della realtà come quadri in una mostra in cui possono esserci
tanti quadri per noi poco interessanti, ma non ci viene in mente di chiedere ai
curatori di toglierli.
Una volta riconosciuto
il pendolo e il suo diritto di esistere siamo in pieno diritto di uscire, di svincolarci
dalla sua influenza: ma non lottando contro di lui, non giudicandolo
arrabbiandoci e perdendo il controllo della situazione ma accettandolo e solo
dopo uscirne.
Ogni manifestazione di
non accettazione è una emissione di energia in direzione del pendolo. Prima di
poter “scegliere” bisogna imparare a “rinunciare”. Gli uomini spesso sanno
benissimo che cosa non vogliono ma non hanno le idee chiare su quello che
vogliono. Mirando ad evitare cose o fatti indesiderati riescono ad ottenere
esattamente il contrario.
“Per rinunciare
bisogna prima accettare”.
Il verbo “accettare” deve essere considerato come
riconoscere alle altre realtà il diritto di esistere e, fatto questo,
lasciarsele alle spalle con indifferenza.
Accettare e lasciare
andare significa far passare dentro di sé un fatto e dargli l’addio, dimenando
la mano in segno di saluto.
Come ci si può
difendere dall’azione di un pendolo? Facendo il “vuoto”.
Se sono vuoto non
offro agganci.
Non faccio il gioco del pendolo ma non cerco nemmeno di difendermi.
Lo ignoro semplicemente. L’energia del pendolo senza toccarmi si diffonde e si
disperde nello spazio. Se qualcuno ci infastidisce possiamo ignorarlo
semplicemente non rispondendo alle sue provocazioni senza fornirgli così
“energia”. Possiamo nutrirlo di energia sia direttamente, litigando con lui,
sia indirettamente, odiandolo in silenzio.
Smettere di fornirgli
energia vuol dire non pensare a lui, toglierselo dalla testa. L’abitudine a
reagire negativamente di fronte a circostanze fastidiose funge da leva
d’innesco del meccanismo di presa della nostra energia mentale da parte del
pendolo. Questa abitudine verrà meno sostituendo le sensazioni: invece della
paura proviamo a manifestare sicurezza, invece di provare sconforto proviamo a
sfoderare entusiasmo, al posto dell’indignazione esibiamo indifferenza e al
posto dell’irritazione mostriamo gioia. Per ogni problema difficile esistono
soluzioni facili. Il pendolo che ha creato il problema ostacola la visione.
La
chiave per la soluzione sta sempre in superficie, si tratta solo di vederla.
(Liberamente tratto da
“Lo spazio delle varianti” di Vadim Zeland)
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