Per ognuno di noi arriva un
momento, e spesso più di uno, in cui l’esistenza sembra prendere una piega
nuova e inaspettata.
Quando meno ce lo
aspettiamo, a volte dopo anni, i vecchi episodi riaffiorano e vanno a incastrarsi
alla perfezione con il nostro presente,
come i pezzi di un puzzle.
Guardandoci indietro
finalmente capiamo qual era il loro senso, cosa volevano dirci e quale
direzione hanno impresso alla nostra vita. Solo il tempo permette di
comprendere, almeno in parte, il significato di quanto accaduto.
Esiste una realtà più vasta,
complessa e meravigliosa di quella che percepiamo con gli occhi e la ragione.
Le coincidenze sono
manifestazioni della dimensione mistica e spirituale che, come lampioni, per un
attimo rischiarano il cammino e ci mettono in contatto con l’Infinito.
Dobbiamo imparare a
coglierle, capirle e seguirle: per quanto possano sembrare assurde e talvolta
irrazionali, nascono da una ragione profonda che col tempo potremo vedere
dispiegarsi appieno. Sul momento possiamo solo fidarci e seguire la strada
tracciata.
Le coincidenze sono eventi
eccezionali imprevedibili che contraddicono la teoria delle probabilità. Esse
non avvengono mai per caso. Possono ignorare le leggi matematiche perché sono
espressioni di forze più grandi.
Accadono in nome di una
ragione profonda e spesso per noi imperscrutabile, che può richiedere mesi,
anni,talvolta vite prima di ricomporsi nel senso di un disegno complessivo.
A ognuno è stato affidato un
ruolo e un compito, ma ben pochi hanno maturato la consapevolezza e l’illuminazione
per conoscere ciò a cui sono chiamati; la maggior parte delle persone si muove
confusamente nella vita, assorbita dal presente, senza sapere dove sta andando.
Per questo le coincidenze
sono importanti: come lampioni su una strada buia ci indicano la direzione da
prendere lungo il percorso della nostra vita. Avvengono nella realtà fisica ma,
per un momento, ci mettono in contatto con quella metafisica, per condurci là
dove dobbiamo essere: nel posto che ci spetta nel mondo.
Quante volte ci è capitato
di pensare, senza un apparente motivo, ad una persona che non vediamo o non
sentiamo da tempo e questa persona di lì a poco ricompare nella nostra vita?
Oppure quante volte ci
ritroviamo incerti sulla decisione da prendere e ci capita qualcosa che sembra
farci puntare inequivocabilmente in una direzione piuttosto che nell’altra?
Le nostre vite sono film
originali e imprevedibili, in cui ogni azione e ogni conseguenza possono
cambiare in un attimo.
Un’antica leggenda orientale
dice che abbiamo sette Porte per passare nell’altra dimensione. Questo
significa che nell’arco della nostra esistenza per sei volte rischiamo di
morire. La settima è l’ultima e definitiva. Ognuno di noi può ripercorrere il
numero di volte i cui si è avvicinato pericolosamente alla morte, per un
incidente, una malattia, un trauma, e si è salvato “ringraziando il Cielo”.
Le coincidenze fanno parte
di un preciso, immenso disegno, noto solo al nostro IO eterno. Nel momento in
cui accettiamo questa idea, diventiamo ricettivi e la nostra mente è pronta a
cogliere l’impulso divino. Quale? La spinta all’azione, l’agire in un
determinato modo senza un motivo specifico. Qualcosa poi accade.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung
coniò questa definizione di coincidenza: “fatto accidentale che causale non è”.
Per definire e spiegare le
coincidenze introdusse l’espressione di “sincronicità”, intendendo l’accadere,
nello stesso arco spazio-temporale, di un evento psichico e di uno fisico che,
pur correlati, non hanno alcun legame causale. L’evento psichico in questione
può essere un presentimento, un sogno, una premonizione o un’immagine archetipica.
(Per Jung gli archetipi sono
e immagini inconsce degli istinti primordiali, cioè essi sono “modelli” di
comportamento istintuale. Gli archetipi si possono considerare come “dimensioni
psichiche originarie universali”, le cui radici possono essere fatte risalire
all’origine stessa dell’uomo, universali in quanto appartenenti all’umanità
intera e non al singolo individuo.)
Chi si accorge delle
coincidenze generalmente ha un approccio alla vita più sereno. Ogni coincidenza
riscontrata, anche la più banale, dona serenità perché il suo essere inattesa
accresce l’ottimismo.
La sincronicità degli
avvenimenti indipendenti dalla nostra volontà è la prova stessa che la
coincidenza si verifica per un motivo e ha sempre un significato preciso.
Prende così forma la definizione di “coincidenza significativa”.
Secondo Jung la coincidenza
significativa ha tre caratteristiche:
1.
Gli eventi non hanno rapporto di causa-effetto;
2.
La coincidenza è accompagnata da un’intensa
reazione emotiva del soggetto;
3.
Il contenuto dell’esperienza ha carattere
simbolico.Vi è infine un quarto
fattore che Jung amava definire “mistico”: la numinosità, che si ha quando la
coincidenza trascende la realtà e sfiora il divino.
Chi ha questa esperienza,
prova la sensazione di essere in presenza di un potere soprannaturale, ha la
percezione reale e concreta di essere nelle mani di Dio.
(Liberamente tratto da “Non
siamo qui per caso” di Marco Cesati Cassin)
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