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Tiziana Scuderi

(Staff di Trasformazione News)

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venerdì 6 settembre 2013

IL CASO NON ESISTE …





Per ognuno di noi arriva un momento, e spesso più di uno, in cui l’esistenza sembra prendere una piega nuova e inaspettata.
Quando meno ce lo aspettiamo, a volte dopo anni, i vecchi episodi riaffiorano e vanno a incastrarsi  alla perfezione con il nostro presente, come i pezzi di un puzzle.
Guardandoci indietro finalmente capiamo qual era il loro senso, cosa volevano dirci e quale direzione hanno impresso alla nostra vita. Solo il tempo permette di comprendere, almeno in parte, il significato di quanto accaduto.
Esiste una realtà più vasta, complessa e meravigliosa di quella che percepiamo con gli occhi e la ragione.
Le coincidenze sono manifestazioni della dimensione mistica e spirituale che, come lampioni, per un attimo rischiarano il cammino e ci mettono in contatto con l’Infinito.
Dobbiamo imparare a coglierle, capirle e seguirle: per quanto possano sembrare assurde e talvolta irrazionali, nascono da una ragione profonda che col tempo potremo vedere dispiegarsi appieno. Sul momento possiamo solo fidarci e seguire la strada tracciata.
Le coincidenze sono eventi eccezionali imprevedibili che contraddicono la teoria delle probabilità. Esse non avvengono mai per caso. Possono ignorare le leggi matematiche perché sono espressioni di forze più grandi.
Accadono in nome di una ragione profonda e spesso per noi imperscrutabile, che può richiedere mesi, anni,talvolta vite prima di ricomporsi nel senso di un disegno complessivo.
A ognuno è stato affidato un ruolo e un compito, ma ben pochi hanno maturato la consapevolezza e l’illuminazione per conoscere ciò a cui sono chiamati; la maggior parte delle persone si muove confusamente nella vita, assorbita dal presente, senza sapere dove sta andando.
Per questo le coincidenze sono importanti: come lampioni su una strada buia ci indicano la direzione da prendere lungo il percorso della nostra vita. Avvengono nella realtà fisica ma, per un momento, ci mettono in contatto con quella metafisica, per condurci là dove dobbiamo essere: nel posto che ci spetta nel mondo.
Quante volte ci è capitato di pensare, senza un apparente motivo, ad una persona che non vediamo o non sentiamo da tempo e questa persona di lì a poco ricompare nella nostra vita?
Oppure quante volte ci ritroviamo incerti sulla decisione da prendere e ci capita qualcosa che sembra farci puntare inequivocabilmente in una direzione piuttosto che nell’altra?
Le nostre vite sono film originali e imprevedibili, in cui ogni azione e ogni conseguenza possono cambiare in un attimo.
Un’antica leggenda orientale dice che abbiamo sette Porte per passare nell’altra dimensione. Questo significa che nell’arco della nostra esistenza per sei volte rischiamo di morire. La settima è l’ultima e definitiva. Ognuno di noi può ripercorrere il numero di volte i cui si è avvicinato pericolosamente alla morte, per un incidente, una malattia, un trauma, e si è salvato “ringraziando il Cielo”.
Le coincidenze fanno parte di un preciso, immenso disegno, noto solo al nostro IO eterno. Nel momento in cui accettiamo questa idea, diventiamo ricettivi e la nostra mente è pronta a cogliere l’impulso divino. Quale? La spinta all’azione, l’agire in un determinato modo senza un motivo specifico. Qualcosa poi accade.
Lo psicanalista Carl Gustav Jung coniò questa definizione di coincidenza: “fatto accidentale che causale non è”.
Per definire e spiegare le coincidenze introdusse l’espressione di “sincronicità”, intendendo l’accadere, nello stesso arco spazio-temporale, di un evento psichico e di uno fisico che, pur correlati, non hanno alcun legame causale. L’evento psichico in questione può essere un presentimento, un sogno, una premonizione o un’immagine archetipica.
(Per Jung gli archetipi sono e immagini inconsce degli istinti primordiali, cioè essi sono “modelli” di comportamento istintuale. Gli archetipi si possono considerare come “dimensioni psichiche originarie universali”, le cui radici possono essere fatte risalire all’origine stessa dell’uomo, universali in quanto appartenenti all’umanità intera e non al singolo individuo.)
Chi si accorge delle coincidenze generalmente ha un approccio alla vita più sereno. Ogni coincidenza riscontrata, anche la più banale, dona serenità perché il suo essere inattesa accresce l’ottimismo.
La sincronicità degli avvenimenti indipendenti dalla nostra volontà è la prova stessa che la coincidenza si verifica per un motivo e ha sempre un significato preciso. Prende così forma la definizione di “coincidenza significativa”.
Secondo Jung la coincidenza significativa ha tre caratteristiche:
1.    Gli eventi non hanno rapporto di causa-effetto;
2.    La coincidenza è accompagnata da un’intensa reazione emotiva del soggetto;
3.    Il contenuto dell’esperienza ha carattere simbolico.Vi è infine un quarto fattore che Jung amava definire “mistico”: la numinosità, che si ha quando la coincidenza trascende la realtà e sfiora il divino. 
Chi ha questa esperienza, prova la sensazione di essere in presenza di un potere soprannaturale, ha la percezione reale e concreta di essere nelle mani di Dio.

(Liberamente tratto da “Non siamo qui per caso” di Marco Cesati Cassin)


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